BERLIOZ, ROSSINI E BORODIN A PALAZZO D’AUMALE
Domenica 23 luglio, alle ore 21, l’Orchestra Sinfonica Siciliana sarà diretta da Silvia Spinnato. In programma: musiche di von Weber, Berlioz, Rossini, Borodin.
Palermo, 21 luglio 2017 – Riprende il programma di musica classica a Palazzo d’Aumale. Domenica 23 luglio, alle ore 21, l’Orchestra Sinfonica Siciliana sarà diretta da Silvia Spinnato. In programma: Carl Maria von Weber(1786-1826) Oberon, ouverture J. 306; Hector Berlioz (1803- 1869) Il Carnevale romano (Le carnaval romain), ouverture op. 9;Gioacchino Rossini (1792-1868) Guillaume Tell (Guglielmo Tell), sinfonia; Aleksandr Porfir’evič Borodin (1833-1887) Nelle steppe dell’Asia centrale, schizzo sinfonico/Danze polovesiane dal “Principe Igor”.
Oberon di von Weber. Rappresentato per la prima volta al Covent Garden di Londra il 12 aprile 1826, a due mesi circa dalla morte che lo avrebbe colto nella notte tra il 4 e il 5 giugno dello stesso anno, l’Oberon è l’ultima opera del compositore. La composizione dell’opera, iniziata già nel mese di gennaio del 1825, fu completata pochi giorni prima di essere rappresentata nella capitale inglese dove Weber, giunto il 4 marzo, fu accolto con tutti gli onori. Qui, oltre all’Oberon che ottenne un enorme successo, Weber, nonostante il peggioramento delle sue condizioni di salute, diresse tutta una serie di concerti dai quali ricavò lauti guadagni economici. Tra le pagine più belle dell’opera si segnala l’ouverturenella quale il mondo fiabesco appare efficacemente rappresentato sin dalle prime battute dell’introduttivo Adagio sostenuto aperto dal celebre appello di tre suoni del corno di Oberon. E’ divisa nei seguenti movimenti: Andante, Allegro, Andante, Allegro. (Durata: 12′)
Il Carnevale romano di Berlioz. Certamente il successo della prima esecuzione del Carnevale romano, che rappresenta il carnevale di piazza Colonna, avvenuta nella Sala Herz di Parigi il 3 febbraio 1844, rappresentò, anche per le difficoltà in cui maturò, una bella rivincita per Berlioz sia come direttore d’orchestra che come compositore. Egli era riuscito a dirigere il diabolico saltarello che per Habeneck aveva presentato delle difficoltà insormontabili e, inoltre, aveva recuperato una parte della musica di quel Benvenuto Cellini che era stato, a suo giudizio, ingiustamente accolto con eccessiva freddezza. Quest’ouverture si apre con il tema del Saltarello che, esposto dagli archi, è ripreso in canone prima dai legni e poi dagli ottoni. L’opera costituisce una testimonianza dello straordinario virtuosismo orchestrale di Hector Berlioz. E’ divisa nei seguenti movimenti: Saltarello, Andante sostenuto, Saltarello. (Durata: 12′)
Guglielmo Tell di Gioacchino Rossini. Giovanissimo, Rossini ad appena 38 anni decise di chiudere con la composizione d’opera. L’opera andò in scena il 3 agosto 1829 al teatro dell’Opéra di Parigi e si presenta perfetta nella cura dei particolari a dimostrazione che Rossini aveva ormai raggiunto una maturità di stile che gli permetteva di cimentarsi con ampie strutture in cui l’ambiente naturale e i personaggi sembravano muoversi in sintonia nella celebrazione della libertà, quella libertà il cui anelito aveva fatto capolino già nel Moïsè. Nell’opera, aderente al momento storico attuale, sono presenti temi divenuti cari a Rossini: amor di patria, libertà, lotta per il riscatto, natura come elemento vitale dell’ambiente; questi temi sono già definiti nei quattro quadri di cui si compone la celeberrima Sinfonia. E’ divisa nei seguenti movimenti: Andante, Allegro, Andante, Allegro (Durata: 12′)
Nelle steppe dell’Asia centrale di Borodin. Borodin scrisse lo schizzo sinfonico Nelle steppe dell’Asia centrale nel 1880, in occasione del venticinquesimo anniversario del regno dello zar Alessandro II. Fu eseguito l’8 aprile 1880 nella casa di Kononov, come si apprende dal biografo di Borodin, il nipote adottivo Sergej Dianin. Nella nota di sala redatta per questa esecuzione è esplicitamente chiarito il programma dello schizzosinfonico:”Nel deserto dell’Asia centrale si ode per la prima volta il motivo di una pacifica canzone russa. Si sente uno scalpitio di cavalli e cammelli che si avvicina. Si sentono le note di un motivo orientale a lungo ripetuto. La steppa sconfinata è attraversata da una carovana di indigeni, scortata dall’esercito russo. La carovana farà il suo lungo viaggio con fiducia e senza paura, protetta dalla minacciosa forza militare dei vincitori. La carovana va sempre più lontano. Pacifiche e serene melodie russe confluiscono con quelle indigene in una sola armonia, che a lungo si ode risuonare nella steppa ed alla fine si smorza in lontananza”. E’divisa nei seguenti movimenti di Allegretto con moto. Durata: 10′
Danze polovesiane di Borodin. Il principe Igor, l’opera più famosa di Borodin, sebbene rimasta incompiuta, fu composta in un arco di tempo di 18 anni, dal 1869 al 1887, anno della morte del compositore, con una breve sospensione dal 1870 al 1874. Rappresentata per la prima volta al Teatro Mariinskij di Pietroburgo il 23 ottobre 1890, l’opera fu completata dall’amico Rimskij-Korsakov, che orchestrò il Prologo, il primo, il secondo e il quarto atto, e da Glazunov, allievo di quest’ultimo, il quale, oltre a completare e orchestrare il terzo atto, grazie alla sua straordinaria memoria, riuscì a ricostruire l’ouverture, eseguita molto spesso in sua presenza al pianoforte da Borodin che, tuttavia, non aveva mai provveduto a trascriverla.E’ divisa nei seguenti movimenti: Andantino, Allegro vivo, Allegro, Presto, Moderato alla Breve, Presto, Allegro con spirito, Più animato. (Durata: 14′)
Info:
Tel. 091 6072532/533
Biglietti al Botteghino del Politeama e un’ora e mezza prima dello spettacolo a Terrasini: 10 euro (comprensivi di visita al museo e degustazione)
L’Ufficio stampa
(Mario Pintagro)