VISIONS OF THE EARTH
Terrasini, 12 ottobre 2018 / 31 gennaio 2019. – L’arte e la cultura visuale sismografica e vulcanologica al Museo regionale di Terrasini Palazzo d’Aumale.
L’esposizione VISIONS OF THE EARTH. La cultura visuale sismografica e vulcanologica affronta il tema della visualizzazione e della salvaguardia della terra nella relazione Arte e Scienza. Le tecnologie di osservazione in questione sono quelle utilizzate in sismologia e vulcanologia (sismografi di terra e di mare; sistemi di campionamento e misura di fumarole vulcaniche). L’idea è di mettere in mostra, attraverso le immagini, il lavoro grafico prodotto da questi strumenti durante diverse fasi di indagine a seconda degli scopi specifici, e le opere degli artisti del Collettivo Neuma che hanno fatto uso di tali prospettive scientifiche come anche dei loro oggetti di studio (terra, mare, vulcani, atmosfera) per realizzare i lavori in mostra.
Il progetto prevede l’esposizione di strumenti di rilevamento, come appunto sismografi, sistemi di misura dei gas vulcanici e modelli di vulcani in scala ridotta, forniti per l’occasione dall’INGV di Palermo e Cefalù (Gibilmanna); la messa in mostra di rappresentazioni grafiche scientifiche (attraverso video e fotografie che documentano l’utilizzo di tali dispositivi) e, infine, la visione di opere d’arte realizzate dagli artisti. Lo scopo è quello di raccontare il potere immaginativo della tecnologia e della scienza tout court che, come nel caso dei computer, dei telescopi o dei microscopi, hanno influenzato l’immaginario artistico che ha realizzato visioni particolari e significative nella storia della cultura visuale e artistica mondiale, basti pensare ad artisti del calibro di Leonardo da Vinci, Gustav Klimt, Paul Klee, György Kepes, o movimenti come quelli dell’Arte frattale digitale.
VISIONS OF THE EARTH intende promuovere e diffondere una coscienza “estesa” dell’immaginazione scientifica e artistica dove gli strumenti per lo studio, la salvaguardia e la visualizzazione della terra sono non solo delle innovazioni tecnologiche ma diventano dei media che interagiscano, informando e ispirando l’arte, in un meccanismo circolare e spesso inconsapevolmente connesso e impercettibile che la cultura visuale contemporanea ha il compito di rendere visibile.
Della rappresentazione di eventi sismici e di eruzioni vulcaniche di portata catastrofica la storia dell’arte è piena. Molti artisti, in modi differenti, hanno raffigurato calamità naturali dai tempi più antichi fino all’imperante diffusione della fotografia. Stampe, affreschi, tele, fotografie, hanno contribuito, e contribuiscono ancora oggi, a conservare il ricordo dei disastri e degli effetti nefasti causati dai terremoti e dalle eruzioni vulcaniche.
Benché i terremoti e le eruzioni vulcaniche abbiano alimentato miti e leggende nel corso della storia, la ricerca attraverso strumentazioni sempre più tecnologicamente avanzate è relativamente giovane e l’iconografia legata a questa imprescindibile tecnologia lo è ancor di più. Quella che possiamo chiamare Arte e cultura visuale sismografica e vulcanologica, perché legata ai mezzi scientifici e alle immagini da questi prodotte, nasce infatti negli anni Duemila, ed è connessa fondamentalmente alla “svolta visuale” verificatasi negli anni Novanta del secolo scorso, ovvero alla propagazione incessante delle immagini permessa dai media di ogni sorta, dal computer alla televisione, dalla fotografia agli smartphone. È dunque grazie alla visualizzazione e alla diffusione mediatica delle forme scientifiche e tecnologiche prodotte dai sismografi, analogici prima e digitali dopo, e al dilagante flusso di immagini che restituiscono dinamiche, strutture e profili dello spazio vulcanico da molteplici prospettive, che l’immaginario collettivo – artistico nello specifico – legato alle “dinamiche” della Terra, si nutre di una moderna linfa che ha permesso la nascita di un’immaginazione sismografico-vulcanologica estetica del tutto inedita.
La prospettiva artistica sismografica e vulcanologica viene qui rappresentata da pitture, sculture e fotografie che rievocano, mediante creazioni e composizioni astratte e figurative, un immaginario noto a tutti, rielaborato dalle visioni d’artista con la conseguente resa di immagini che confondono la realtà, la sua rappresentazione e la relativa immaginazione. I lavori del Collettivo Neuma ci permettono di comprendere l’innesto e la relazione che da sempre intercorre tra arte e tecnologia, che le immagini, più di ogni altro dispositivo a nostra disposizione, riescono evidentemente e istantaneamente a spiegare. L’arte sismografica e vulcanologica, raffigurando un’inedita visione estetica dei moti terrestri e marini, e del mondo vulcanico, permette una riflessione sul valore multiprospettico dello sguardo umano che non si limita mai e soltanto a registrare il reale ponendolo in compartimenti stagni, ma lo eccede nel flusso di immagini che, nell’osmosi dei media contemporanei, ora sono della scienza, ora dell’arte.
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