Proseguono i lavori per la produzione delle opere di Irene Coppola e Diego Miguel Mirabella, presentate dal Museo Regionale d’arte Moderna e Contemporanea di Palermo per l’avviso pubblico “Cantica21 – Italian Contemporary Art Everywere”.

I due progetti sono stati selezionati dalla Commissione di valutazione, nell’ambito dell’iniziativa del MAECI e del MiBACT per la promozione e valorizzazione dell’arte contemporanea italiana.

Irene Coppola

<h1> Home Page </h1>
Installazione

Durante il primo periodo di lockdown nazionale dovuto all’epidemia da Covid-19, l’artista ha creato e pubblicato online la pagina virtuale HOME PAGE. Nella pagina web, in continuo aggiornamento, traduce l’immaginario pandemico in disegni digitali con l’intento di ribaltare, confermare o associare tra loro significati e significanti attuali. Come una carta da parati, i file gif tappezzano HOME PAGE, creando nuove corrispondenze o svelando relazioni di senso inaspettate che sintetizzano la violenza e l’iper-produzione delle immagini che assediano costantemente la percezione umana. I media diffondono un’informazione frammentata, facilmente accessibile ma di rapido consumo, che consente di scorrere sulla superficie delle cose, ma non permette di praticare l’esercizio della memoria. Nell’installazione selezionata per il premio Cantica21, destinata al Museo Riso, dal titolo <h1> Home Page </h1>, Irene Coppola trattiene una parte di questo racconto dalle sembianze fantascientifiche. La pagina web dal virtuale approda al suolo nella forma essenziale e modulabile della tenda; archetipo dell’abitare nomade oltre che architettura minima della protesta e delle migrazioni. Da qui, l’artista ha disegnato delle apposite zavorre, sagomate a forma di parti del corpo che, nonostante il processo di separazione e igienizzazione cui oggi è sottoposto, rimane il principale elemento di ancoraggio fisico e concettuale cui l’opera invita a fare ritorno.

Diego Miguel Mirabella
Scoprivamo il sole
Scultura-mosaico in ceramica e ferro

Il lavoro si inscrive in un progetto di ricerca sul mosaico marocchino che Diego Miguel Mirabella porta avanti dal 2017 in stretta collaborazione con gli artigiani di Fez. Il mosaico tradizionale marocchino (Zellij) presenta pattern geometrici uniformi, rigorosamente aniconici, regola ferrea che nei lavori dell’artista è violata con l’inserimento di disegni, forme e frasi, pensieri, suggestioni che il più delle volte si perdono nelle trame stesse dello schema geometrico, confondendosi con esso. L’opera in progetto, selezionata per il premio Cantica21 e destinata al Museo Riso, raffigura uno squarcio dal quale si intravede un cielo stellato. Le stesse stelle sono intercettate nella trama del pattern classico che diventa esso stesso suggerimento per il soggetto. Al centro del lavoro, la scritta “Il rito si accordava al gioco, la bocca arsa e gli occhi bruciati, scoprivamo il sole” – una frase che rimanda a una dimensione calda legata ai luoghi del sud del mondo e al contempo ad un rapporto con l’infanzia, riferimento a una certa letteratura siciliana e alla filosofia del “meridiano”, un tempo lento e riflessivo, lo stesso necessario per la realizzazione di questo tipo di lavori.