Di Piazza

Fulvio Di Piazza, nato a Siracusa nel 1969, vive e lavora a Palermo.

Vero e proprio emblema di una metamorfosi favolistica che attinge a diverse e prolifiche fonti dentro e fuori la storia dell’arte, l’opera di Fulvio Di Piazza si snoda a partire dal 1995-96. L’artista, diplomatosi nel 1993 all’Accademia di Belle Arti di Urbino, costituisce tre anni dopo con Alessandro Bazan, Francesco De Grandi e Andrea Di Marco il gruppo della Nuova Scuola di Palermo: le prime opere manifestano una chiara ispirazione fumettistica, via via smorzatasi a favore di un’accentuazione fantastica dalle molte sfaccettature. Sin da bambino affascinato dalla minuzia delle figurazioni fiamminghe, osservatore meravigliato del Trittico delle delizie di Hieronymus Bosch, Di Piazza ha accostato tali suggestioni alla naturale propensione dello sguardo isolano verso la meraviglia e l’illusionismo barocchi: la sua immagine è ricca, abitata dai più vari toni di colore e da particolari che risultano inafferrabili a prima vista. All’interesse per le vedute paesaggistiche e gli elementi naturali, egli affianca la riproduzione di volti che si compongono di piccoli corpi ed elementi vegetali, aggregati con una meticolosità di rimando arcimboldesco e dal sapore fiammingo (si vedano in proposito opere del 1998 quali Autoritratto o Franko, novello Frankenstein ad occhi chiusi dal volto intasato di frammenti infernali alla Bosch). A ciò si aggiunga un’imagerie di chiara impronta surrealista con una meditazione in particolare sull’opera di Dalí: si vedano in proposito le opere della fine anni Novanta. L’universo creativo dell’artista svela mondi straordinari, nei quali la grande capacità disegnativa e analitica sottolinea una concezione in bilico tra ironia ed inquietudine: gli esserini rappresentati a metà tra favola disneyana e incubo, proliferano sulla tela al pari dei mutanti ai quali ci ha abituati l’immaginario fantascientifico. Il tronco cavo campeggiante di Iawn, esemplifica al meglio quell’emisfero creativo che l’artista dedica all’osservazione e trasfigurazione della natura: in una palese metamorfosi richiamante certi lavori di Magritte, Di Piazza allinea corteccia e camaleonti, piccoli anfibi e volatili a comporre un’immagine dal richiamo irresistibile. Molte le partecipazioni a rassegne internazionali e le recenti personali di Di Piazza: tra queste, da ricordare “Succuland” (Bonelli Contemporary, Los Angeles 2008), l’esposizione a Palazzo Ziino (2010, a cura di marco Meneguzzo), l’articolata installazione Earthquake (Riso 2011); in programma per il bimestre giugno-luglio 2012 è infine una personale alla Jonathan LeVine Gallery di New York.

Teresa Cicciarella