Una delle più celebri agenzie giornalistiche internazionali, la Magnum Photos, è stata fondata nel 1947. La sensibilità e la funzione, che avevano ispirato Robert Capa o Henri Cartier-Bresson, appartenevano al trauma postbellico. La foto documentaristica, i reportages più celebri realizzati dai fotografi Magnum (ognuno stilisticamente diverso), sono così spesso drammatici e riguardano guerre (Il Vietnam), catastrofi etniche o aspetti sociali particolari, come la vita dei minatori in Bolivia (nelle immagini di Ferdinando Scianna). Alla stregua dei fotografi Magnum, Ernest Bazan ha scelto una sua “zona d’influenza” personale nell’America Latina. Nell’autunno del 1992 Bazan si stabilisce a Cuba. E, a Cuba, Bazan vive, con la sua famiglia sino al 2011 (istituendo, tra l’altro, seguitissimi work shop fotografici). Il risultato di questa lunga esperienza sono due libri fotografici che documentano la sua esperienza diretta nell’isola: BazanCuba (2008) e Al Campo (2011). Come evidenzia il titolo del suo primo libro, il racconto-reportage della vita a Cuba si unisce a immagini personali, autobiografiche, come a rimarcare non solo una testimonianza ma una presenza. Presenza che diventa ancor più intima nella descrizione della campagna cubana (Al Campo) nella quale Bazan ritrova, secondo le sue stesse parole, la propria infanzia siciliana perduta. (Giovanni Iovane, Archivio S.A.C.S. 2013/14)

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Ernesto Bazan

"My Cuban Mermaid, L’Avana, Cuba", 2018, bianco e nero analogico, 28x35 cm - Courtesy dell’artista