Carlo Lauricella inaugura la sua esperienza pittorica nel 1969. In seguito, si dedicherà parallelamente alla grafica (soprattutto pubblicitaria) e all’incisione con un linguaggio peculiare che prevede la trasformazione di forme in sequenza. La precisione del segno grafico, guidata da evidenti geometrie, che si frantumano per alterazione della struttura originaria, rende rigorose le sue creazioni in evoluzione. Negli anni Ottanta Lauricella traspone le sue serie dalla bidimensionalità del piano alla solidità dello spazio creando forme materiche e installazioni che includono l’uso del colore. Un ulteriore passaggio della sua indagine artistica lo porterà ad abbandonare le severe geometrie delle sue composizioni che, in questo modo, si liberano nello spazio interagendo con esso in modo dinamico. Prendono vita installazioni costituite da oggetti e configurazioni che spesso impiegano meccanismi cinetici, videoproiezioni o aeratori. In e da questi montaggi si elabora uno stretto confronto tra natura e artificio. Raffronto in cui l’uomo sembra essere sopraffatto da dinamiche (sociali, tecnologiche, politiche) sempre più perverse che prefigurano (e forse avverano) l’avvento di un mondo condizionato artificialmente. Le ultime ricerche di Lauricella riflettono l’interesse per le problematiche sociali e politiche, con particolare riferimento alle diaspore contemporanee. (Fabiola Di Maggio, Dottorato di Ricerca in Scienze del Patrimonio Culturale, 2020)

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Carlo Lauricella

“Noce martire”, 2019, acciaio inox, nylon, mastice per innesti, installazione permanente nel Parco dell’arte in località Molineddu, Ossi (SS) - Courtesy dell’artista