Nato a Palermo nel 1981
L’utilizzo di materiali di scarto – e scartati dalla produzione industriale – appartiene alle avanguardie artistiche del Novecento. La letteratura, invece, è un po’ più precoce rispetto all’arte e ha cominciato a occuparsi di scarti, rifiuti e spazzatura sin dai tempi di Baudelaire e Flaubert. Così, l’intero Novecento è praticamente sommerso da cose, oggetti dismessi, abbandonati al di sotto del nostro panorama visivo quotidiano che trovano una aristocratica ed essenziale collocazione nel linguaggio delle arti visive. La crescita esponenziale della produzione industriale di massa, di ciò che fino a un decennio fa si chiamava consumismo, ha determinato grandi problemi di riciclaggio anche in campi immateriali, o parzialmente immateriali, come la psicoanalisi, o formalmente visibili come l’opera d’arte. Le sculture di Marco Bonafè hanno origine da mobili trovati o generalmente acquistati nei grandi centri commerciali. L’artista riassembla questi mobili – che hanno una “innaturale” e precoce scadenza – in forme prive di finalità ed estranee a qualsiasi utilizzo funzionale (in linea con la passata ed eroica stagione modernista). Le sculture, infine, subiscono un ulteriore trattamento, solo in apparenza ornamentale: sono tutte ricoperte con carta adesiva marmorizzata mentre alcuni elementi sono persino ingentiliti dalla foglia d’oro. Lo stesso principio di scarto è adottato dall’artista per i suoi quadri; in questo caso a essere “riciclate” sono le forme geometriche moderniste. (Giovanni Iovane, in "Archivio S.A.C.S. 2009-2011 - Palermo", Regione Siciliana, Dipartimento BB.CC. e I.S., 2011)
RISO - Museo d'Arte moderna e contemporanea di Palermo
https://www.museoartecontemporanea.it/museo_Riso/s-a-c-s/