L'attenzione all'universo femminile e alla trame delle relazioni che scorrono, intercorrono, si intrecciano e dipanano, dilatate nel tempo e nello spazio fisico o in quello della memoria, è il “filo” rosso che unisce e caratterizza tutti i lavori di Grazia Inserillo, fin dai suoi felici esordi. Quell'attenzione la porta ad indagare antropologicamente gli antichi mestieri di famiglia e a riscoprire la tradizione del ricamo, attraverso la quale riflettere sulla condizione della donna e sulla sua rappresentazione nel mondo dell'arte. I lavori realizzati da Grazia Inserillo nel corso degli studi di I e II livello all'Accademia di Belle Arti di Palermo, corso di scultura, segnano già la direzione del suo percorso, come quella grande cellula rossa ad uncinetto che, come afferma Emilia Valenza, “... è la traduzione di un sistema biologico esploso in una Sovradimensione, il passaggio da una micro cellula originaria ad un macromondo in cui si riconosce un substrato culturale e immaginifico tipicamente femminile” (in “Origine del mondo”, dal Catalogo 18/10. 18 sculture per 10 anni di Biennio Specialistico, 2015). Il ricamo e la tessitura, allusivi di altri antichi mestieri, nonché delle reti di pesca, si legano al suo luogo di nascita, Isola delle Femmine, archetipo di un esistere e di un abitare, di un tempo vissuto, e danno vita ad un linguaggio personale, memore della ricerca artistica di Maria Lai. Una nuova esplorazione segnica, quella di Grazia Inserillo, che guarda alla dimensione topografica del visibile e all'invisibile trama delle relazioni. (Rosaria Raffaele Addamo, Archivio S.A.C.S. 2021/22)

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Grazia Inserillo

"Demetra", 2017, lana su nylon, ferro, diametro 200 cm