Maria Felice Vadalà ha coltivato la passione per la pittura sin da bambina, quando si è cimentata nella pittura ad acquarello. Oggi, quella passione è diventata una professione. Il perfezionamento della pittura ad olio ha contraddistinto gli anni della formazione all’Accademia di Belle Arti di Palermo e l’ha portata a sviluppare una personale cifra stilistica, una ricerca ben definita che si muove verso l’appropriazione del soggetto, rappresentato dalla figura femminile. Questa viene messa a fuoco, di volta in volta, da alcuni aspetti ben precisi: il colore degli occhi che inquadra lo sguardo, i delicati lineamenti, la luminosità dell’incarnato, la cesura segnata dall’attaccatura dei capelli... Questi elementi figurativi uniti alla frontalità della posa sono degli espedienti poetici che contribuiscono a stagliare la figura dal fondo. L'indagine pittorica di Maria Felice Vadalà si colloca pertanto nel genere del ritratto, ma presenta suggestioni oniriche ispirate al linguaggio surrealista, che ripescano, come in un sortilegio, figure da illustrazioni di libri desueti o da vecchi film. Così, si insinua un certo carattere magico che aggiunge ai suoi quadri un sapore nostalgico. Il soggetto femminile è al centro della suo immaginario e rimanda a un universo intimo che suggerisce infatti squarci e narrazioni della biografia dell’artista. Immagini in cui Vadalà rispecchia il suo universo di donna e di artista, in un ritrarre che è anche un ritrarsi. Nel momento in cui la figura appare, l’osservatore viene irretito dall’idea di bellezza alla quale l’artista aspira, con più o meno velato narcisismo. (Tatiana Giannilivigni, Staff Museo, Archivio S.A.C.S. 2021/22)

Maria Felice Vadalà

"My Life. La mia Vita", 2020, gouache su carta, 70x100 cm