Nato a Messina nel 1956
Dopo gli studi in Architettura, Gianfranco Anastasio si dedica alla pittura, concepita come riflessione analitica sulle variazioni cromatiche costitutive della figurazione. Attratto dall'idea della soglia, come luogo di attraversamento, ma anche di confluenza e metamorfosi, negli anni Novanta, realizza opere di colore blu, inteso come “simbolo medievale di visioni cosmiche”. Adotterà, negli anni Duemila, la policromia, ma sempre come campo di indagine sulla struttura architettonica delle linee e dei colori stessi. Nella sua ricerca artistica è centrale il rapporto tra pittura e spazio, tra materia e analisi del luogo, restituiti sotto forma di linguaggio astratto, attraverso una sensibilizzazione cromatica della superficie pittorica personale e originale. Le partiture geometriche dei suoi lavori si ripetono su campi diversi di colore, preferibilmente su una stessa forma geometrica, cara all'artista: il rettangolo. La forma geometrica, apparentemente fredda, si carica di emotività e silenziosa narrazione, attraverso le vibrazioni del colore. Così la pittura non è idea ma diviene scrittura e corpo, ovvero e rispettivamente: tempo e spazio. Le sue opere di pittura, realizzate con la tecnica tradizionale dell'olio su tela, sono segno e scrittura da presentare come colore e gesto, come pittura che è superficie, ma anche liberazione dalla bidimensionalità, pittura che conserva il suo lato etico oltre che estetico. (Rosaria Raffaele Addamo, Archivio S.A.C.S. 2021/22)
RISO - Museo d'Arte moderna e contemporanea di Palermo
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