Quella di Nicola Console è una pratica che si fonda essenzialmente sul disegno. Abilissimo disegnatore, l’artista è interessato a un’operazione di indagine poetica del reale che passi attraverso la messa in vibrazione della linea: Console parte dal quotidiano – corpi, oggetti, animali – per spingere l’immagine verso la dimensione effimera, aerea, sfuggente dell’immaginazione e dell’illusione teatrale. Più che una ricerca sulla figurazione, la sua è una “de-figurazione”, un tentativo di tracciare i contorni incerti e mutevoli dell’oggetto, collocandolo al centro di una scena fatta di ombre, nubi, macchie, soglie minime, in un perenne trapassare di bianchi, neri e grigi. Il lavoro con l’animazione, spesso utilizzato all’interno di progetti teatrali, porta in superficie le dinamiche di tale processo, esprimendo al meglio l’utilizzo lirico e in qualche modo drammatico del disegno, sospeso tra figura ed astrazione, tra luce ed buio, tra concretezza dell’osservazione e evanescenza dell’immagine mentale. Le sculture, realizzate in cera e grafite, rappresentano il momento della messa in forma, dell’estrinsecazione della linea stessa, della sua trasmutazione in presenza solido. Anche in questo caso, però, l’utilizzo di proiezioni animate sovrapposte, riportano l’oggetto stesso a una condizione di instabilità visionaria e di sottile trasfigurazione. (Helga Marsala, in "Archivio S.A.C.S. 2009-2011 - Palermo", Regione Siciliana, Dipartimento BB.CC. e I.S., 2011)

Nicola Console

"Retrovisioni dal cortometraggio Dieci Cadute", 2012, fotografia