Francesco Costantino si muove con agilità tra le diverse tecniche artistiche, dalla pittura all’installazione, anche se i suoi disegni rivelano una sensibilità particolare per il genere aulico del ritratto, inteso come riflessione contemporanea sui processi identitari e ricerca continua di una soggettività oggi sempre più posticcia, sommersa dagli stereotipi. Tale “ri-definizione” è modulata da Costantino attraverso la necessaria relazione con l’altro da sé. Negli ultimi anni, infatti, l’artista ha costruito un archivio di volti attraverso una personale sintesi di segno e colore, dove predominano le atmosfere cupe evocate dall’uso del colore nero e fondi ombrosi dai quali emergono fisionomie segnate spesso con la spray paint. La lezione dei grandi maestri della storia dell’arte (da Francis Bacon a Gerhard Richter) si fonde con i linguaggi e i materiali della cultura underground e le memorie personali diventano statement generazionali. Così nella serie dei “Microspasmi” (2012), cento micro-ritratti ad olio su tavola, come fototessere, tracciate con il segno veloce dei writers su un formato insolitamente piccolo; ed anche nella serie di disegni acromatica “Black People /White People” (2011), a pennarello nero su carta bianca, dove i volti sono accennati con tratti più leggeri di quelli che segnano il fondo, dove il colore dei marker s’infittisce. Si crea in questo modo una tensione tra artista e spettatore, tra ciò che viene svelato e quello che rimane nascosto. (Valentina Bruschi, Archivio S.A.C.S. 2013/14)

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Francesco Costantino

"Try with the White 2", 2013, marker su carta, 100x70 cm