La produzione artistica dei gemelli Ingrassia è il risultato di una dualità tecnica e programmatica. Ogni progetto viene meticolosamente portato a compimento simultaneamente sullo stesso centimetro quadrato di superficie del supporto cartaceo. Le strutture delle immagini mentali è sviluppata attraverso una sintesi additiva e sottrattiva del colore a pastello, in modo da dissolvere la scultura nel segno della matita, dove il colore scaturisce tramite la saturazione e le velature di grigio. Questo aspetto da vita ad un dettagliato processo tecnico di attitudine scientifica nel quale ogni artista esplora, con gesti scultorei e tocchi, perfettamente calcolati, calibrati e puliti. Grammatica dei colori e grammatura della carta si sovrappongono e compongono di volta in volta un gesto su misura. In base alla capacità di assorbenza della carta, dei pigmenti e l’utilizzo della polvere che vengono stratificati, creando una perfetta armonia tra linee dure e morbide dove il disegno manca di-segno, nelle quali le mani dei due autori divengono indistinguibili. L’azione del frammentare la superficie cartacea e l’uso di strumenti specialistici sono sintomo, tentativo di decifrazione di pezzi di realtà estratti da un contesto, che da tangibile si fa idealizzato. Come se i loro oggetti fossero nati dalle proprie ombre, in un dialogo costante tra pittura e scultura. "Cerchiamo un segno che sia autosufficiente, l’opera è un principio termodinamico".  (Valentina Bruschi, Archivio S.A.C.S. 2013/14)

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Carlo e Fabio Ingrassia

Veduta d'insieme delle seguenti opere: "Rinunciare all’idea di un altro mondo", 1669-2016, piroclasto (Bomba vulcanica) 43x27x21 cm, vetro 180x98x22 cm; "L’insieme vuoto", 2016, ottone e olio di semi di girasole e anilina, 118x118x2 cm; "Il bosco sacro", 2018, pastello su cartone Schoeller, 4,9x6,7 cm - Photo Andrea Rossetti.