Fuori della gabbia e dell’etichetta dell’”estetica” relazionale”, una nuova generazione di artisti unisce efficacemente prassi (comportamento) e personale esperienza artistica. Giuseppe Lana è senz’altro parte attiva di questa nuova generazione. Lo è, all’interno del sistema dell’arte, dal 2008 quando apre a Catania, e ne diviene direttore artistico, lo spazio espositivo BOCS (Box of Contemporary Space); uno spazio dedicato alla sperimentazione di nuovi processi e linguaggi artistici. Naturalmente, come artista s’impone all’attenzione da circa dieci anni attraverso procedimenti il cui esemplare carattere performativo determina e condiziona la parte progettuale. Riferimento essenziale della pratica artistica di Giuseppe Lana è una particolare “rilettura” della poetica negativa di Samuel Beckett e dell’altrettanto negativo romanticismo di artisti come Bas Jan Ader. Infatti, l’artista siciliano affida al caso, all’accidente e all’incidente, “all’imprevisto” un ruolo agente nell’elaborazione formale delle sue opere. Lontane, tuttavia, dalla casualità surrealista, le opere di Lana più che alla sorpresa mirano alla ricerca di un disequilibrio, di una leggera deformazione come risultato evidente e visibile delle energie contrapposte che “formano” la vita quotidiana. Questo processo, che giustamente l’artista ha definito “un braccio di ferro tra energie opposte”, ha un destino fallimentare (“fallisci meglio e fallisci ancora”, ammoniva Beckett) che in Giuseppe Lana non ha nulla di patetico o di autodistruttivo. Si tratta di un “braccio di ferro” e, dunque, di una attività vitalistica e persino ironica. (Giovanni Iovane, in "Archivio S.A.C.S. 2009-2011 - Palermo", Regione Siciliana, Dipartimento BB.CC. e I.S., 2011)

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Giuseppe Lana

"Senza titolo", 2010, stufa alogena, ventilatore, dimensioni variabili