Il 21 ottobre 1926 una ventina di sculture di Brancusi vennero esaminate dagli agenti della dogana di New York. In quegli anni, la legge americana prevedeva la libera circolazione per le opere d’arte e una tassazione del 40% per i prodotti manifatturieri. I doganieri non riconobbero come opere d’arte le sculture di Brancusi e le tassarono al 40%. Un collezionista portò la questione in tribunale e un giudice avveduto, pur ritenendole “astratte” e di “avanguardie” le ritenne (forse a malincuore) opere d’arte. Un paio di anni fa, invece, un giudice italiano non avveduto ha ritenuto che l’opera www.ashartonilne.com di Luca Lo Coco non fosse tale (forse perché astratta dalla realtà oggettuale e confinata nel misterioso web) e che l’artista doveva un congruo risarcimento al querelante, l’editore “diffamato” e apparentemente hackerizzato della rivista e del relativo sito Flashartonline (editore che sicuramente non brilla, – to flash-, per autoironia). www.ashartonilne.com è senz’altro l’opera simbolo del giovane artista siciliano, a partire dal medium, il web, su cui si innestano pratiche “più antiche” come la pittura, il design, la fotografia. Per sua natura specifica, il web, si apre alla condivisione, sicché tutti i progetti artistici di Luca Lo Coco sono diretti a una comunità vasta ed eterogenea. Probabilmente è inesatto dire che internet sia un luogo di conoscenza diffusa (anche perché spesso si confonde conoscenza con informazione) ma forse è compito anche dell’arte farci vedere le cose in modo diverso. Un compito, una etica meglio, a cui l’arte “d’avanguardia” non si è mai sottratta e che per definizione prevede una buona dose di “hacking”. (Giovanni Iovane, Archivio S.A.C.S. 2013/14)

Luca Lo Coco

"Ai Weiwei arrested", 2011, sito internet (www.aiweiweiarrested.com)