Il paesaggio rappresenta il tema d’elezione della pittura di Francesco Maria Romano. L’artista ama avvicinarlo a partire da diversi formati, da quelli più piccoli (15x20 cm) ai più grandi (210x280 cm), a volte riunendo le tele in dittici (Montagna, 2012), trittici (21 marzo, 2013) o più ampie composizioni (Landschaftkomposition, 2013). A ispirarlo sono i motivi più diversi: i boschi, le montagne, e soprattutto l’elemento acqueo. Romano li traduce sulla tela con una pittura che sa variare su diversi registri: da quelli più aderenti al motivo (Gerresheim, November 2013, 2013) a quelli in cui vira verso un senso d’irrealtà, suggerito dai colori (Senza titolo, 2013), da quelli più sintetici e abbreviati (Luce, 2013), a quelli in cui indulge in un maggiore descrittivismo (Paesaggio, 2012), lavorando sulla soglia tra realismo e astrazione. A rimanere costante è un tocco soffuso e lirico, che carica il paesaggio di risonanze interiori. La tela si pone allora quasi come diaframma che segna l’osmosi fra l’artista e il paesaggio. L’autore infatti dichiara: «Ogni cosa percepita o non percepita, ogni cosa esistita, che esiste o che esisterà fa parte del “paesaggio”, ogni cosa in relazione ad altro. Ciò che provo a fare dipingendo non è tanto sintetizzare, analizzare o descrivere tutto questo, ma rendermi conto che anch’io ne faccio parte e che ne fanno parte pure i miei lavori». (Cristiana Perrella, Archivio S.A.C.S. 2013/14)

Francesco Maria Romano

"Verde", 2013, olio su tela, 30x35 cm