La pratica artistica di Vincenzo Schillaci si sviluppa all’interno dei territori eterogenei, includendo l’installazione, la scultura, il disegno, la pittura, il video, il collage. A tenere uniti questi linguaggi è un’attenzione costante per l’antropologia, la magia, il mito, la religione, l’alchimia, le tradizioni popolari. L’indagine intorno all’uomo, al suo rapporto col Sacro, col tempo, con la morte e con i grandi temi dell’esistenza, include una riflessione sul ruolo dell’arte e dell’icona nel percorso di comprensione del mondo e della sua origine misteriosa. Elementi del paesaggio, della Natura e della vita umana ed animale, vengono recuperati da una memoria collettiva antichissima, fatta di miti, racconti, rituali, suggestioni filosofiche, sistemi di disegni arcani, codici mutuati dalla cultura agreste o dalla letteratura cabalistica. L’articolazione di oggetti e materiali densi di rimandi simbolici trae origine da un’azione di recupero di frammenti del reale, forme sature rimaneggiate o semplicemente accostate, al fine di scandire il ritmo di uno spazio. Da qui deriva la costruzione di un immaginario personale, in cui trovano posto raffinate ed enigmatiche composizioni grafiche o plastiche. (Helga Marsala, in "Archivio S.A.C.S. 2009-2011 - Palermo", Regione Siciliana, Dipartimento BB.CC. e I.S., 2011)

Vincenzo Schillaci

"Efflatus", 2010, grafite e tempera su carta, 20x30 cm