Kentridge

William Kentridge
Nasce a Johannesburg nel 1955 dove vive e lavora.

Entra nella collezione del Museo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo l’opera di William Kentridge, Cicero del 2014, le cui riflessioni sulla vita e sulla morte, sul passato, la memoria e il presente si coniugano alle tematiche affrontate dalle opere del percorso museale.

L’arazzo fa parte della serie di opere create da Kentridge per il suo monumentale intervento, nel 2016, sul Lungotevere romano, Triumphs and Laments, realizzato ripulendo la patina biologica accumulatasi sulle mura romane per dar vita ad una processione che si snoda per 550 metri, con 80 figure e scene storiche. Nel corso del tempo l’opera tornerà ad annerirsi a causa dell’inquinamento e le immagini svaniranno. Rimarranno solamente i disegni, le sculture e gli arazzi che riproducono le figure principali di quella sequenza sul Tevere. Tra questi Cicero, il ritratto di Marco Tullio Cicerone.

In primo piano, ripreso dal busto in marmo della metà del I secolo a.C. esposto ai Musei Capitolini di Roma, viene evocato il volto del celebre retore. Scomposto in frammenti, il profilo si sovrappone su ritagli di carte geografiche riprodotte da antichi testi o documenti d’archivio, libri contabili, lacerati e ricomposti, testimonianza della storia coloniale italiana di inizio Novecento nell’Africa settentrionale, e il ritratto di Cicerone diviene esso stesso mappa geografica di ipotetici corrugamenti montuosi.

Scorrono davanti ai nostri occhi parole che attingono a tristi memorie del passato: “Ministero delle colonie”, “Tripolitania”, “Radio telegrafico” accanto a cifre, date, lettere. Distruzione e ricostruzione materiale dell’opera, distruzione e ricostruzione del mondo e della storia.

È chiaro il rimando al vissuto personale dell’artista che nei suoi lavori ha sempre affrontato la storia del Sudafrica e dell’Apartheid. Così le storie si intrecciano e le contaminazioni diventano cifra stilistica, assumendo una valenza universale.

L’opera è stata acquisita con il progetto “Percorsi di memoria #2” con il quale il Museo ha vinto l’avviso pubblico del PAC – Piano per l’Arte Contemporanea 2023 – 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

In continuità con il progetto vincitore del PAC 2020, “Percorsi di memoria #2” è stato ideato come proseguimento della ricerca sulla memoria del territorio che questo Museo ha portato avanti fin dalla sua nascita, in collegamento con la collezione permanente e con le esperienze nazionali e internazionali che hanno segnato l’attività culturale ed espositiva in Sicilia.

Il lavoro di William Kentridge è profondamente radicato nella tradizione africana ed europea e spazia tra storia, politica, letteratura, scienza.

Spesso supportato da collaboratori provenienti da ambiti diversi, Kentridge utilizza media differenti: disegno, scrittura, cinema, performance, musica e teatro. Le sue opere sono presenti nelle collezioni di musei e istituzioni artistiche di tutto il mondo, tra cui il MoMA di New York, l’Albertina di Vienna, il Musée du Louvre di Parigi, il Louisiana Museum di Copenhagen, la Royal Academy of Arts di Londra.

Numerossissime le mostre cui ha partecipato in diverse sedi italiane, europee ed internazionali.

Ha diretto opere quali Il flauto magico di Mozart, Il naso di Shostakovich, Lulu e Wozzeck di Berg e realizzato opere teatrali nelle quali combina performance, proiezioni, giochi d’ombra, voce e musica.

È stato insignito di dottorati honoris causa da diverse Università, tra cui Yale, Columbia e l’Università di Londra. Tra gli importanti riconoscimenti, si possono annoverare il Premio Kyoto

(2010), il Premio Princesa de Asturias (2017), il Premio Praemium Imperiale (2019) e un Olivier Award for Outstanding Achievement in Opera nel 2023.

Rosaria Raffaele Addamo