SANTA ROSALIA PATRONA DELLA BIODIVERSITÀ
Si avvicina il 15 luglio e Palermo celebra la sua Santuzza, Rosalia, che reclama oggi più che mai il titolo di patrona della biodiversità, grazie alla proposta fatta dall’ecologo britannico George Evelyn Hutchinson, il quale durante un viaggio in Sicilia, intorno alla metà del secolo scorso, viene condotto su Monte Pellegrino per godere della vista di Palermo.
La sua curiosità, caratteristica di ogni buon naturalista, lo portò a raccogliere un certo numero di insetti acquatici, le Corixidae, ritrovati in una pozza d’acqua proprio nei pressi del santuario. Si trattava del “Gorgo di Santa Rosalia”, “un corpo idrico che ospita comunità faunistiche interessanti ed aspetti di vegetazione nitro-palustre uniche nell’ambito della Riserva (di M. Pellegrino ndr) e, comunque, poco frequenti nel Palermitano.” https://www.comune.palermo.it/js/server/uploads/trasparenza_all/_08072020093930.pdf
Il ritrovamento fu oggetto di studi che lo condussero a formulare i primi fondamenti del concetto di biodiversità, definendo per primo la “nicchia ecologica”. Egli arrivò a ipotizzare che la stagionalità e le dimensioni hanno un ruolo fondamentale nella determinazione delle specie di uno specifico habitat.
Nell’articolo scientifico “Omaggio a Santa Rosalia, o perché vi sono così molte specie di animali?”, pubblicato nel maggio-giugno 1959, su The American Naturalist, egli scrive:
“Per quello che sappiamo sulla sua storia, forse per il momento possiamo prendere Santa Rosalia come la patrona degli studi evolutivi, perché proprio sotto il santuario, alimentato senza dubbio dall’acqua che filtra attraverso le crepe calcaree della montagna, e che ha formato la grotta sacra, si trova un piccolo stagno artificiale, e quando ho potuto raggiungere lo stagno poche settimane dopo, ho avuto un’indicazione di ciò che stavo cercando.
Un gran numero di Corixidae viveva nell’acqua. All’inizio fui piuttosto contrariato perché ogni esemplare della più grande delle due specie presenti era una femmina, e quindi privo delle caratteristiche diagnostiche più critiche, mentre entrambi i sessi della seconda specie leggermente più piccola, erano presenti in numero quasi uguale. L’esame del materiale e della relativa letteratura mi ha convinto che le due specie sono la comune europea C. punctata e C. affinis, e che le peculiari specie mediterranee ingannano.
La C. punctata più grande era chiaramente alla fine della sua stagione riproduttiva, la C. affinis più piccola probabilmente stava appena iniziando a riprodursi. Questo è un tipo di osservazione che ogni naturalista può e deve fare sempre. (…).”
Esemplari delle Corixidae, sono presenti nelle collezioni entomologiche del museo, vedi collezione Alliata: https://gliinsettidelprincipe.cricd.it/catalogo/8325.jpg
Il viaggio in Sicilia fu determinante per l’elaborazione di quelle teorie che lo portarono a essere definito come il “padre dell’ecologia moderna” dall’etologo O. Wilson. Trascorse la sua carriera professionale al Dipartimento di zoologia della Yale University negli Stati Uniti, dove fu docente di zoologia. La sua intuizione fu in seguito confermata da numerosi ricercatori, che hanno aperto un avvincente dibattito scientifico. La proposta di eleggere Rosalia come patrona della biodiversità viene avvalorata dalla sua iconografia. Le rose e il giglio con cui è rappresentata da secoli, sembrano essere l’invito a preservare la ricchezza e la bellezza della natura per consegnare alle generazioni future un creato che conservi ancora tutto il suo splendore.