NOTTE DI SAN LORENZO CON LE STELLE… MARINE!

Finalmente vacanza e possibilmente sole e mare! Potresti avere un incontro affascinante con una stella marina.
Ma sai come comportarti esattamente?
Il primo istinto è forse quello di tirarla fuori dall’acqua per guardarla più da vicino, oppure di sfiorarla con le dita per scoprirne la consistenza. Si tratta di atteggiamenti sbagliati se si si vuole preservarne la vita.
Tirandole fuori dall’acqua anche per pochi minuti, potrebbero morire per embolia, anche se non immediatamente.
Inoltre se non resisti alla voglia di toccarla, potresti danneggiarla, provocandone il surriscaldamento o la disidratazione, poiché la sostanza che le riveste e che permette loro di respirare, potrebbe essere alterata immediatamente.
Atteniamoci allora alla prima regola per chi ama la natura: guardare, ammirare ma non toccare!
Ma cosa sono le stelle marine? Certe volte possono sembrare dei vegetali, ma assolutamente no!
Le stelle marine sono degli invertebrati che fanno parte della classe delle Asteroidee e appartengono al gruppo degli echinodermi o phylum Echinodermata, di cui fanno parte anche i ricci e i cetrioli di mare. Sono caratterizzati da una simmetria pentaraggiata: il corpo è diviso in 5 parti molto simili tra loro e disposte concentricamente intorno all’asse centrale dell’individuo. Nel caso delle stelle marine, i 5 elementi simili fra loro sono chiamate braccia e si dipartono da un disco ubicato nel corpo centrale, dove si trova la bocca. Alcune specie possiedono un numero maggiore di braccia, come la Labidiaster annulatus, che può averne addirittura 50. Può arrivare fino a 50 cm di diametro e sceglie come habitat i fondali rocciosi o le scogliere madrepore, si nutre dei polipi, piccoli crostacei e molluschi, cozze e ricci. Le stelle marine hanno un modo particolare di alimentarsi, poiché aprono le valve ed estroflettono lo stomaco cardiaco per digerire le prede. Quando questo è avvenuto, lo stomaco cardiaco viene ritirato. Inoltre con le sue zampe forti riesce ad aprire il guscio delle conchiglie più dure. Può vivere dai 4 ai 5 anni.
Le stelle hanno perso la testa?!!!
No! L’hanno ritrovata piuttosto!
Interessanti risultati di una ricerca condotta sulle stelle marine da parte dei ricercatori delle università di Stanford e Southampton hanno mostrato che questi affascinanti invertebrati non hanno né testa né corpo e che in realtà il capo è costituito da tutto il corpo. ( https://www.nature.com/articles/s41586-023-06669-2 ).
E’ stato realizzato un atlante tridimensionale dei geni espressi da ogni parte del corpo, con la tomografia a Rna che ha portato a risultati strabilianti poiché stravolgono ogni ipotesi fatta fino a quel momento dalla ricerca scientifica.
In breve i risultati dimostrano che le stelle marine presentano una ‘testa’ al centro di ciascun braccio e una ‘coda’ lungo il perimetro.
Il ritrovamento di alcuni reperti fossili hanno dimostrato che gli echinodermi non hanno avuto sempre la stessa morfologia. I primi antenati delle stelle marine avevano testa, torso e coda. A un certo punto questi organismi marini si sono evoluti sviluppando un corpo caratterizzato da cinque braccia il che ha permesso loro di sopravvivere per milioni di anni.
Si riproduce attraverso la frammentazione clonale, che consente a questi animali di dare vita a due nuovi individui, senza la coniugazione di gameti. Uno straordinario ritrovamento in Germania, da parte dei ricercatori del Museo nazionale di Storia Naturale del Lussemburgo ha portato alla luce una stella del Giurassico proprio in fase di frammentazione, Questo ritrovamento è considerato molto importante dai paleontologi, poiché dimostra che la frammentazione clonale degli Asteroidei risale almeno al Giurassico.
A proposito di ritrovamenti paleontologici del Giurassico è stato rinvenuto un eccezionale cumulo di stelle marine ed altri animali fossili risalenti a 167 milioni di anni fa, stranamente carbonizzati in una cava che rappresenta probabilmente uno dei siti più ampi di questo periodo mai scoperti nel Regno Unito, intorno a Cotswold, un distretto del Gloucestershire. Sono in corso studi per comprendere quale sia stata la causa che ha portato all’accumulo di questi animali nello stesso punto.
Insomma questi bizzarri animali del mare, non finiscono di stupire e tanto c’è ancora da scoprire, conoscere e scrivere.